Lucrezia, la colpa di essere una Borgia.

borgia

“Se non fu una santa non fu nemmeno un mostro. Se non si fosse chiamata Borgia, non avrebbe avuto bisogno né di avvocati difensori, né di postume e tardive riabilitazioni.”.

                                                                    [I Borgia, Roberto Gervaso]

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Senilità, tra cecità e coscienza.

senilità

“Subito, con le prime parole che le rivolse, volle avvisarla dche non intendeva compromettersi in una relazione troppo seria. Parlò cioè a un dipresso così: – T’ amo molto e per il tuo bene desidero ci si metta d’ accordo di andare molto cauti.-. La parola era stata prudente […] e un pò più franca avrebbe dovuto suonare cos’:- Mi piaci, ma nella mia vita nn potrai essere giammai più importante di un giocattolo. Ho altri doveri io, la mia carriera la mia famiglia.-.”

                                                   [Senilità- Italo Svevo] Continua a leggere

A ritroso, il perfetto decadente.

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“Il suo disprezzo per l’ umanità aumentò; si acorse che il mondo, per la sua maggior parte, è composto di sacripanti e di imbecilli. Non aveva più alcuna speranza di trovare in altri le sue stesse aspirazioni e ripugnanze, di incontrare un’ intelligenza che, al pari della sua, si compiacesse di una studiosa decrepitezza.”.

 

                                                                 [A ritroso- Joris-Karl Huysmans] Continua a leggere

A mia moglie

A mia moglie saba

Tu sei come una giovane
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell’andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull’erba
pettoruta e superba.
È migliore del maschio.
È come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio,
Così, se l’occhio, se il giudizio mio
non m’inganna, fra queste hai le tue uguali,
e in nessun’altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle,
mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.

Tu sei come una gravida
giovenca;
libera ancora e senza
gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci, il collo
volge, ove tinge un rosa
tenero la tua carne.
Se l’incontri e muggire
l’odi, tanto è quel suono
lamentoso, che l’erba
strappi, per farle un dono.
È così che il mio dono
t’offro quando sei triste.

Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta
dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa
sembra, che d’un fervore
indomabile arda,
e così ti riguarda
come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via
segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti
candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.

Tu sei come la pavida
coniglia. Entro l’angusta
gabbia ritta al vederti
s’alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi;
che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui
priva in sé si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo
ritoglierle? Chi il pelo
che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido
dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?

Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest’arte.
Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere:
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un’altra primavera.

Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l’accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun’altra donna.

                                                       [A mia moglie- Umberto Saba]

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Lolita, il gioco delle parti.

lolita

“Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.”

                                                                               [Lolita – Vladimir Vladimirovic Nabokov]

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