“-Signore caste, via da questo luogo!
non sta bene leggiate parolacce.-.
Se ne fregano e tirano dritto,
Certo son sagge, le signore, e adocchiano
ben volentieri anche una grossa natta.”.
[Carmina Priapea, carmen VIII – Anonimo, trad. a cura di E. Bianchini]
pater familias
Canne al vento, un continuo piegarsi alla sorte.
“Nuvole d’ oro incoronavano la collina e i ruderi, e la dolcezza e il silenzio del mattino davano al tutto il paesaggio una serenità di cimitero. Il passato regnava ancora sul luogo; le ossa stese dei morti sembravano i suoi fiori, le nuvole il suo diadema.”.
[Canne al vento- Grazia Deledda] Continua a leggere
Mastro-don Gesualdo, la religione della roba.
“Suonava la messa dell’ alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva ancora alla grossa. […] Tutt’ a un tratto, nel silenzio, s’ udì un rovinio , la campanella squillanite di Sant’ Agata che chiamava aiuto, usci e finestre che sbattevano, la gente che scappava fuori in camicia.”
[Mastro-don Gesualdo- Giovanni Verga] Continua a leggere
La Mostellaria, lo specchio della vita.
GRUMIO: Exi e culina sis foras, mastigia,
qui mihi inter patinas exhibes argutias.
Egredere, erilis permities, ex audibus.
Ego pol te ruri, si vivam, ulciscar probe.
Exit. Inquam, *e nidore popinae*; quid lates?
TRANIO: Quid tibi, malum, hic ante aedis clam<it>atiost?
An ruri censes te esse?
GRUMIONE: Esci dalla cucina se vuoi, pendaglio da forca
Tu che mi fai lo spiritoso tra le cassaruole
Esci fuori da casa, disgrazia del padrone.
Io per Pelluce, se vivrò, te la farò pagare.
Esci, ti dico, dalla puzza della cucina perchè ti nascondi?
TRANIONE: Che è questo baccano, accidenti, d’ avanti alla porta?
Credi di essere in campagna?
[Mostellaria, Plauto, vv 1-7. Trad. Mara Carlesi] Continua a leggere