Le donne nel mito, parte settimana: Ifigenia

Sacrifice-of-Iphigenia-1740-1742

 

“E le preghiere e le invocazioni al padre
e l’età verginale non curarono
i duci bramosi di guerra: e ordinò il padre
ai ministri, dopo la preghiera
di levarla come una capra, alta sull’ara,
con fermo cuore, avvolta nei pepli e prostrata;
e della bocca bella con bavaglio trattenere la voce
imprecante alle case,
con violenza e con muta forza di freni.
Ed ella, discinte al suolo le crocee vesti
ciascuno dei sacrificatori con dardo di pietà
dagli occhi colpiva, bella come un dipinto,
volendo parlare.”
[Agamennone, Eschilo, vv.228-43, trad. a cura di R.Cantarella]

 

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La burnesha, la virgjina e la donna: storie d’ amore.

130294-hd.jpg[Foto a cura di Paola Favoino]

 

“Spogliata d’ ogni potere all’ avvento della proprietà, il destino della donna è legato attraverso i secoli al destino della proprietà privata […]. Coltivare la terra paterna, rendere un culto ai mani del padre, è per l’ erede un solo e medesimo obbligo: egli assicura la sopravvivenza degli avi in terra e nel mondo sotterraneo […]. Ormai la donna col matrimonio non è più prestata da un clan ad un altro: è strappata alla gente tra cui è nata e immessa brutalmente tra quella dello sposo; egli la compra […].”.

[Il secondo sesso – Simone de Beauvoir, trad. a cura di R.Cantini e M. Andreose] Continua a leggere

La caccia alle streghe, la colpa di essere donna.

“[…] Perché le streghe non si arricchiscono; perché pur avendo il favore dei principi non collaborino alla rovina di tutti i loro nemici; perché siano incapaci di nuocere ai predicatori e agli altri loro persecutori.
[…] Le streghe non si arricchiscono perché il diavolo si compiace di oltraggiare il creatore comprando le streghe al più basso prezzo possibile, e poi perché non si facciano notare a causa delle ricchezze.
[…] Esse non nuocciono ai principi […] per conservarseli amici. E se si domanda perché non nuocciano ai loro nemici, bisogna rispondere che l’angelo buono, da parte sua, impedisce tale stregoneria.”

[Malleus Maleficarum- Kramer e Sprenger, brano tratto da Il Marchio della strega, di Ermanno Gallo] Continua a leggere

Le donne nel mito, parte quinta: Elettra.

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“O desiderio carissimo alla casa paterna, lacrimata speranza di un seme di salvezza, nel tuo coraggio fidando riacquisterai la casa del padre! Occhio mio soave, tu per me adempi a quattro uffici: padre è necessario che io ti chiami; poi cade in te l’ amore per mia madre – che è giustissimamente è odiata- e per la sorella spietatamente sacrificata; tu eri infine per me il fratello fedele, che solo mi restituisci alla dignità dovutami.”

[Coefore, vv 235-43 – Eschilo, traduzione a cura di Raffaele Cantarella] Continua a leggere

Salem, un gioco pericoloso.

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“Questo libro si occupa di una fantasia. […] Il nocciolo di questa fantasia era che vi fossero, da qualche parte, in seno alla società, un’ altra società, piccola e clandestina, che non solo minacciava la vita della prima, ma che era anche dedita a pratiche considerate del tutto abominevoli, nel senso letterale di anti-umane.”.

                                                                     [I demoni dentro, prefazione, Norman Cohn] Continua a leggere

Resurrezione, l’ innocenza e il pentimento.

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“Vetturini, bottegai, cuoche, operai e impiegati si fermavano e osservavano con curiosità la detenuta; alcuni scuotevano la testa e pensavano ‘Ecco come va a finire a chi comporta male, noi invece…’. I bambini guardavano terrorizzati la criminale, tranquillizzandosi solo a vedere che era seguita dai soldati e non avrebbe più potuto fare niente. Un uomo di campagna, che aveva appena venduto il carbone e preso il té in trattoria, le si avvicinò, si fece il segno della croce e le diede una copeca.”.

                                                                                [Resurrezione- Lev Tolstoj] Continua a leggere

La lunga vita di Marianna Ucrìa, storia di una donna sospesa.

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“Assiste, la piccola mutola innamorata profondamene del padre, alla scena cruenta ed orrbile dell’ esecuzione dell’ uomo. […] Qualcosa non ha funzionato: l’ impiccato, anzichè penzolare come un sacco, continua a torcersi sospeso per aria, il collo gonfio, gli occhi strabuzzanti fuori dalle orbite. […] Il signor padre si china sulla figlia. […] Le tocca la bocca come se aspettasse un miracolo. […] La bambina prova a spiccicare le labbra ma non ce la fa.”

                                         [La lunga vita di Marianna Ucrìa- Dacia Maraini] Continua a leggere