Presentiamoci

C’ è gente che per morire si circonda di fiori? Forse è per darsi coraggio. (C.Pavese- Tra donne sole)

Il malessere di vivere di Cesare Pavese mi ha ispirata, negli anni, ad esprimere il mio mondo interiore tramite la scrittura.

Leggere, un’ esigenza che provavo fin da bambina, non bastava più per arricchirmi, e capii che avevo bisogno di trasmettere agli altri ciò che provavo, e come io vedessi ciò che mi circondava. Le parole erano un veicolo incredibile, che scorrevano in me bisognose di essere lasciate libere.

Iniziai a gestire un blog di pensieri e poesie che ero appena un’ adolescente. Scrivere mi aiutava a capire ciò che era intorno a me, ad analizzarlo in maneria critica, e delle volte a reinventare la realtà. Innamorata della letteratura ellenica e latina mi immersi in un mondo altro da me, e fui impressionata nello scoprire che persone, migliaia di anni prima, avevano espresso gli stessi sentimenti che turbinavano nel mio animo.

Cesare Pavese mi aiutò a capire che il malessere di vivere non era un desiderio di rinunciare alla vita, ma un modo per affrontarla, e che la scrittura non era unicamente un veicolo per esprimersi, ma un modo per aiutarsi a vivere. Da qui il mio grande e devoto amore nei suoi confronti.

Anche iniziando gli studi di Ingegneria Aerospaziale presso l’ Università La Sapienza di Roma, non smisi mai di leggere e scrivere. Erano due esigenze naturali e immutabili.

Molti avvenimenti cambiarono la mia vita, alcuni in maniera indelebile, ma tramite la scrittura potevo distaccarmi da ciò che mi feriva, e rifuggiarmi in un santuario inespugnabile.

Per anni non pubblicai più nulla. Non mi sentivo adatta.

Il desiderio di tornare a condividere ciò che provo, ogni volta che leggo un testo, mi spinge ora a riprendere contatti con quel mondo da cui mi ero volontariamente esiliata.

Mara Carlesi.

105 pensieri su “Presentiamoci

      • Guarda, prima mi sono tenuto “basso”. Anche per me è un autore che mi tocca dentro. Proprio ieri sera ho riletto un brano da “Il mestiere di vivere”. Quindi, ti capisco in pieno. 🙂

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      • Ho vissuti nel mestiere di vivere per 40 anni tra Monferrato e Langhe, ma ogni notte di festa, su la spiaggia o davanti ad un fuoco grande o guardando ancora la casa in collina, ritrovo come fosse oggi il compagno che mi parla di tre donne sole, dellla luna e il falo’ , degli infiniti dialoghi con Leuco’ e la mia mente si perde e vaga tra saggi e poesie giovanili, fino a riesplodere nei neri occhi della marchesa all’ hotel Roma in piazza C.Felice ne la bella estate, sudata ed improvvisa, dove lavorare stanca e verra’ la morte ed avra’ i tuoi occhi… ilteatrodilinus

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  1. Le parole…
    hanno potenza e ci permettono legami che sono a doppio taglio. Sono sfuggenti e affilate, pericolose, precise, chirurgiche a volte, morbide e avvolgenti altre.
    Adoro le parole. Lette, pronunciate, immaginate.

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  2. Che la scrittura sia anche un modo per aiutarsi a vivere ne sono convinta. E dire che non ho mai amato Pavese … forse l’ho affrontato in tempi sbagliati. Me lo devo rivedere.
    Mi fa piacere che il tuo “esilio” sia finito. Buon viaggio. 🙂

    Un caro saluto.

    Marisa

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  3. Cara Mara, complimenti per il blog, testimonianza del tuo grande amore per la lettura, la poesia e la scrittura, passioni che condivido volentieri con te e che mi inducono a seguirti. Grazie per le tue visite e per l’apprezzamento al mio blog. Lilli

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  4. Ciao 🙂 Anche a me Pavese è sempre piaciuto molto, fin dalle superiori, e continua a piacermi!
    Ultimamente ci sono rimasta male perché sui libri che sto studiando lo considerano troppo sopravvaluto e mitizzato. Ma poi, ho pensato: “chissenefrega, l’importante è l’emozione che da a me” 😀
    Mi è piaciuta molto la tua presentazione e, per dirla con le tue parole, “tramite la scrittura potevo distaccarmi da ciò che mi feriva, e rifuggiarmi in un santuario inespugnabile”… 🙂 grazie di essere passata da me.

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  5. “Cesare Pavese mi aiutò a capire che il malessere di vivere non era un desiderio di rinunciare alla vita, ma un modo per affrontarla, e che la scrittura non era unicamente un veicolo per esprimersi, ma un modo per aiutarsi a vivere.”

    Come comprendo questa sensibilità dell’anima di fronte all’inevitabile sofferenza dell’essere umano e il desiderio di sfuggirla, come la provo e come cerco di trasformarla…

    Grazie per queste parole!

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    • La sensibilità è un dono a doppia taglio.
      Bisogna saperla dosare giorno dopo giorno, altrimenti il mondo ti sovrasta.
      Sensibile è considerato il debole nella nostra società.
      Ed io mi tengo a galla con la scrittura e la lettura.
      Grazie a te.

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      • La nostra società è una creatura al contrario, dove spesso ciò che è nobile è rifiutato e calpestato, per cui mi ritengo orgoglioso di essere “debole”. Qualcuno mi disse che la sensibilità è una forza…e comunque le tue parole hanno fatto breccia!

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  6. Il tuo rapporto verso la lettura è simile al mio verso il cinema. Poi d’un tratto anch’io ho iniziato a scrivere o a creare qualcosina e ad ampliare gli interessi. Ogni volta che riprendo in mano scopro un nuovo pezzo di me e del mondo, di ieri, oggi e chissà se anche del domani. E alla produzione, segue il silenzio e poi una nuova produzione, in un loop. Piacere di conoscerti 🙂

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  7. ”innamorata della poesia ellenica e letteratura latina”. Bene , ciò ti fa onore rispetto a tanti che il latino lo giudicano sorpassato. Grazie della tua visita e mi soffermerò spesso a leggere qui qualcosa. Isabella

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  8. Anche a me piace, un uomo fatto di una stoffa delicata, di quelle che si sciupano facilmente nelle mani della gente e che ha pagato un prezzo enorme per la propria fragilità. Di recente ho visto un documentario su Rai letteratura in cui Pasolini esprimeva su Pavese un giudizio davvero impietoso, te lo linko, è cmq interessante:
    http://www.letteratura.rai.it/articoli/cesare-pavese-ho-condiviso-le-pene-di-molti/2227/default.aspx

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    • Purtroppo non in molti amarono Pavese, forse perchè era un diverso, un taciturno, forse per la sua scelta di morire.
      Io lo amo, però, e ritrovo in lui tutto ciò che cerco quando leggo, ma soprattutto tra le sue parole ritrovo il mio di mondo interiore, e questo crea empatia.

      TI ringrazio del link, lo guarderò sicuramente.

      Mara

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  9. La prima volta che andai a Torino, per la settimana letteraria, fui ospitata proprio nell’albergo in cui si suicidò Cesare Pavese. Forse è stata una banale coincidenza ma devo dire che a partire da quel giorno in cui misi piede dentro quelle stanze ebbi una consapevolezza di me come scrittrice che non avevo mai avuto prima di allora. Anche a me è capitato e capita ancora di abbandonare ogni tanto il mondo della scrittura per coltivare altri interessi ma alla fine si ritorna sempre alla sorgente primaria per dissetarsi 🙂

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  10. “Il malessere di vivere non era un desiderio di rinunciare alla vita, ma un modo per affrontarla, e che la scrittura non era unicamente un veicolo per esprimersi, ma un modo per aiutarsi a vivere”

    Niente di più vero!
    Che bello il tuo blog.
    Grazie di essere passata 🙂

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  11. mi piace come ti presenti, Pavese poi è per me l’autore della giovinezza, la bella estate ha dato un senso a quello che non capivo di me. Tu hai studi tecnici e una passione per lo scrivere, capisco bene per esperienza personale. E non a caso Gadda era un’altra mia passione

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  12. Grazie per le visite e per le citazioni, ricambio con piacere la visita e mi scopro di una ignoranza abissale sulla nostra letteratura e su Pavese. Se posso rimedierò. ciao notte Fabio.

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  13. Cesare Pavese è stato un magnifico solitario, immerso nel mondo come pochi altri solitari del suo tempo. Mi viene in mente quel Jep Gambardella che furoreggia in queste settimane di imbecilleria da Oscar: una caricatura di ciò che significa scrivere, pur fuggendo la scrittura. Di ciò che significa soffrire, nonostante la folla festante che alberga in noi.

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  14. Complimenti per il premio,ho letto che studi ingegneria aerospaziale che bello io ho studiato astronomia se mai un giorno metti a punto un bel veivolo spaziale ricordati di me 🙂

    Soul.

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    • Ti ringrazio. Studi terminati, e sono tornata al mio primo amore, la letteratura.
      Prometto, però, che se dovessi costruire un veivolo spaziale ti porto, almeno con le tue competenze astronomiche dovremmo evitare i buchi neri! 😉

      Mara.

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  15. Grazie doppio, Mara. Intanto, per avermi gratificato della tua attenzione verso il mio blog; e poi, soprattutto, perchè così mi hai consentito di scoprire questo tuo bellissimo spazio, che mi da modo di leggere le cose che scrivi e che, a prima vista, credo seguirò con grande piacere!

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  16. E’ un blog molto interessante connubio di scrittura e arte, poi Cesare Pavese è un vero mito!
    Grande Mara, ti seguirò con molto piacere 😉

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  17. Bellissima presentazione! felice di averti trovata: sull’amore per Pavese ci troviamo in perfetta sintonia, e anche su ciò che questo ha ispirato. Con calma, mi leggerò i tuoi post che già ad una prima scorsa mi sembrano molto interessanti. ciao, Pina

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