Il ritratto di Dorian Gray, la supremazia dell’ arte.

ritratto di dorian

“Gioventù! Gioventù! Non c’è nulla al mondo che valga la giovinezza.”.

[Il ritratto di Dorian Gray- Oscar Wilde]

Dorian Gray è un giovane dalla bellezza incantevole, ignaro dello scorrere del tempo e dell’ immensa fortuna di possedere, ancora, la cosa che tutti agognano e rimpiangono: il rigoglio della gioventù.

Inorridito di dover sentire e vedere il suo corpo mutare sino al finale decadimento, Dorian esprime un desiderio folle, ma totalmente umano : egli vuole essere risparmiato dagli orrori della vecchiaia.

La sua speranza verrà esaudita.

Dorian diviene immune al trascorrere degli anni, ma il suo ritratto, fattogli dall’ amico pittore Basil Hallward, inizia a cambiare. Mano a mano che il tempo passa e che la vita scellerata del protagonista lo porta a compiere azioni sempre più abbrutenti, il dipinto viene segnato dalle rughe, da n ghigno profondo che storce le, una volta belle e rosee, labbra e diviene offuscato rispetto allo splendore inziale.

Il protagonista, dunque, perchè nessuno veda quei mutamenti, e per non trovarsi di fronte alla realtà della sua condizione, relega il dipinto in una stanza, sempre chiusa a chiave. Pensa così di poter dimenticare, di poter sfuggire alla sua coscienza, di poter scappare da ciò che sta realmente accadendo all’ interno del suo animo. Il suo segreto è al sicuro da tutti, ma egli lo conosce fin troppo bene, ed il ricordo lo tormenta.

“Dorian Gray era stato avvelenato da un libro. In certi momenti considerava il male semplicemente come un mezzo che gli permetteva di realizzare la sua concezione della bellezza.”.

Il protagonista è vittima della sua stessa società, basata sull’ apparire e sull’ incapacità di amare qualcosa al di fuori dell’ arte e della bellezza stessa.
Egli crede di essere innamorato di Sybil Vane, ma in realtà ciò che attira l’ uomo è la protagonista dell’ opera che ogni sera la giovane porta sul palcoscenico.
Il suo sentimento è riposto in una finzione teatrale. Quando gli si presenta di fronte la verità inorridisce.

Realtà e finzione, quindi, si fondono in una nuova quotidiana normalità. Niente deve essere, ma solo apparire. Ogni cosa è celata dietro un velo di menzogna, la quale serve a rendere le cose più vere.

Anche l’ amore artistico e l’ ammirazione di Basil, verso Dorian, non sono altro che aspettative di un pittore verso il modello perfetto, capace di indurre l’ artista a dare il meglio, sino a creare l’ opera perfetta, quella dove le anime di creatore e creato si vanno a fondere in un unicum.

L’ unico immune alla differenza tra ciò che è e ciò che appare è proprio l’ edonista, Lord Wotton incarnazione letteraria dello stesso Oscar Wilde. Per egli la finzione non è altro che l’ unico modo per essere autentici.

“Per me la bellezza è la meraviglia sovrana. Solo la gente mediocre non giudica dalle apparenze: il vero mistero del mondo è il visibile, non l’ invisibile.”.

Con questa sua massima Lord Wotton, rappresentante per eccellenza del dandy, riesce a descrivere la necessaria frivolezza dell’ aristocrazia, dietro la quale però si cela il desiderio di fingere per essere realmente. Un paradosso diviene, dunque, chiave di lettura dell’ esistenza stessa.

Lord Wotton è, però, anche motore dell’ azione. Le parole di costui minano l’ innocenza di quell’ Adone, dalle fresche gote.
Con una breve dissertazione sulla fugacità della giovinezza, effimera e capace di sfiorire in pochi anni, il nobile instilla, inconsapevolmente, nel cuore di Dorian il desiderio che lo condurrà a rinnegare tutto, pur di rimanere aggrappato ad un’ eterna primavera.

Il dipinto diviene ben presto un crucio per Dorian, lo specchio della verità. Egli è ossessionato da quel quadro, con il quale non può convivere e senza il quale si ritroverebbe ostracizzato nell’ inverno della vita.
La tela è la sua anima, la sua coscienza. Tutto è racchiuso in quel fugace attimo impresso per sempre e sigillato da un desiderio che non può far altro che portare dolore e distruzione.

La scelta è stata presa, prima o poi il prezzo deve essere pagato.

“L’ artista non è morboso. L’ artista può esprimere tutto. […] Chi varca i limiti di tale apparenza lo fa a proprio rischio e pericolo”.

Il genio di Wilde ci regala un capolavoro, un libro in grado di immergersi nella paradossale visione della vita, ormai resa apparenza dall’ arte, ma non per questo meno vera. E’ compito di chi guarda l’ opera sapere fin è lecito, per la propria morale, spingersi.
Non ci sono regole nell’ arte, come nella bellezza.

20 pensieri su “Il ritratto di Dorian Gray, la supremazia dell’ arte.

  1. Ho amato molto Dorian Gray, l’ho letto ai tempi del liceo e più volte ne ho ripreso qualche pezzo anche in tempi recenti, perchè come al solito letture uguali fatti in tempi della nostra vita diversi, assumono un significato nuovo!

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